Un articolo su questo tema ho preferito scriverlo solo dopo alcuni anni di pratica specialistica.
Infatti prima di addentrarmi in un argomento così delicato, avevo bisogno di comprendere al meglio con quali dinamiche psicologiche una persona si avvicina e si predispone all’utilizzo di una protesi acustica.
Dopo un’esperienza di oltre un decennio come specialista dell’orecchio, ritengo di iniziare questa breve discussione sugli apparecchi acustici riportando una domanda molto frequente.
“La Domanda” per eccellenza fatta dal paziente al suo otorinolaringoiatra, suona più o meno così:
“Dottore, secondo Lei devo mettere l’apparecchio acustico? “
Molte volte ho avuto la sensazione che dopo una mia risposta affermativa si innescasse una reazione emotiva di abbattimento e tristezza da parte di chi mi poneva quella domanda.
Il problema nasceva dal fatto che, fino a qualche anno fa, utilizzare una protesi acustica per molte persone era una sorta di tabù.
Come sempre il nostro rifiuto verso qualcosa di nuovo è favorito soprattutto dall’ignoranza per ciò di cui non sappiamo ancora nulla.
Nel caso dell’apparecchio acustico i meccanismi psicologici che ho potuto riscontrare in questi anni sono i seguenti:
- Paura di andare incontro a una cocente delusione, acquistando un oggetto a caro prezzo che non risolverà i nostri disturbi lasciandoci ancora più frustrati di prima
- Timore di essere giudicati in modo meno positivo dalle altre persone
- Ansia di dover gestire una tecnologia complicata senza averne le necessarie capacità
- Considerarsi troppo giovani per iniziare a utilizzare gli apparecchi acustici
- Considerarsi troppo anziani per iniziare a utilizzare gli apparecchi acustici
Fortunatamente, dopo una accurata spiegazione e le rassicurazioni necessarie, quasi tutti superano agevolmente questi blocchi psicologici fuorvianti.
Ed una volta arrivati a questo punto si inizia il vero percorso terapeutico che parte dall’acquisto delle protesi acustiche.
Le protesi acustiche in Italia nel 2024.
Che cosa sta accadendo?
Con l’aumentare vertiginoso dell’età media e della prospettiva di vita, le persone che necessitano di un aiuto per sentire meglio sono ormai tantissime ed in continuo aumento.
Si stima infatti che almeno il 25% delle persone già dopo i 60 anni inizi a sperimentare la presbiacusia, ovvero la diminuzione della capacità di sentire voci e rumori, che progressivamente rende sempre più complicata ogni conversazione.
Ed è per questo che anno dopo anno sta pian piano cambiando l’atteggiamento con cui gli italiani si pongono nei confronti degli apparecchi acustici. Benchè essi siano ancora meno propensi all’utilizzo rispetto alle popolazioni del nord Europa, tuttavia anche in Italia cresce in modo esponenziale la curiosità e la voglia di scoprire tutte le novità tecniche che i vari modelli di apparecchi acustici possono attualmente garantire.
Questo atteggiamento a mio avviso si è modificato in parallelo al cambiamento antropologico degli utenti, i quali nel 2024 sono sempre più spesso persone abituate a sfruttare al massimo ogni tecnologia disponibile (vedi lo SmartPhone).
E allora è accaduto che pian piano anche l’apparecchio acustico ha acquisito lo status di “Smart” , che tradotto letteralmente dalla lingua inglese può significare “intelligente”, “elegante”, “brillante”, “di moda”.
Non saprei, in tutta onestà se questo oggetto sia diventato “di moda”. Lascio ad altri questo genere di considerazioni non propriamente mediche.
Ma certamente da specialista dell’udito posso confermare che tale tecnologia è riuscita a migliorare in modo straordinario la vita quotidiana di tante persone affette da disturbi uditivi.
Fatta questa particolare e doverosa premessa sorge la vera domanda:
COS’É UN APPARECCHIO ACUSTICO?
– Risposta più tecnica (ma meno interessante) :
un apparecchio acustico è un amplificatore di suoni su varie frequenze acustiche che ci consente di riabilitare l’udito andando a sfruttare le opzioni di amplificazione sulla base di un grafico personale (ovvero l’esame audiometrico) che varia da paziente a paziente a seconda della sua perdita uditiva.
– Risposta meno tecnica (ma più interessante):
“un apparecchio acustico è un aiuto che concediamo a noi stessi per rimanere in contatto con il mondo intorno a noi ed in particolare con gli altri esseri umani”
Qualcuno potrebbe obiettare che, in un mondo così rumoroso dove il silenzio è diventato qualcosa di raro, possa essere preferibile sentire meno per schermarsi dallo stress legato all’inquinamento acustico in cui siamo costantemente immersi.
Tuttavia, a prescindere da certe riflessioni certamente condivisibili, precludersi la possibilità di ascoltare tutti i meravigliosi suoni che il mondo ci mette a disposizione rappresenta una scelta al ribasso per la nostra qualità di vita. Una scelta che potrebbe nel tempo favorire anche una certa chiusura in noi stessi rispetto a tutto ciò che ci sta intorno.
Per quanto uno sguardo possa comunicare più di 1000 parole, è incontestabile che l’interconnessione profonda tra gli esseri umani viene costruita attraverso lo scambio costante di informazioni sonore per mezzo della nostra voce.
Per questo l’abbassamento uditivo comporta un grado di esclusione sociale enorme per la persona che ne sperimenta gli effetti.
Il mondo è un grande insieme di suoni, e proprio i suoni sono il sottofondo musicale della nostra vita.
Ci connettono con i contesti in cui ci troviamo di volta in volta ad agire.
Ci rassicurano, come la voce di una persona cara.
Ci gratificano, come una sinfonia melodiosa.
Ci restano nella mente durante il corso del tempo, sotto forma di ricordi.
Dunque COME SCEGLIERE L’APPARECCHIO ACUSTICO ADATTO A NOI ?
Gli apparecchi acustici devono adattarsi al proprio stile di vita, contribuendo in modo positivo alla quotidianità della persona che li indossa.
È necessario perciò sentirsi a proprio agio con essi.
Il primo passo è quello di programmare un consulto specialistico in cui vengano eseguite tutte le valutazioni mediche del caso, compreso l’esame audiometrico. Dopo tale valutazione sarà utile affidarsi ad un tecnico audioprotesista, il quale consiglierà al paziente l’apparecchio acustico più adatto a lui, considerando molteplici fattori come il tracciato dell’esame audiometrico, lo stile di vita del paziente, l’anatomia dell’orecchio.
La RIVOLUZIONE degli APPARECCHI ACUSTICI DIGITALI
-Sono gli apparecchi acustici di ultima generazione a cui ogni anni vengono aggiunte nuove dotazioni
-Sono regolabili da remoto, ovvero hanno la possibilità di essere regolati dallo studio audioprotesico collegandosi da remoto con ogni paziente
-Sono dotati di tecnologia wireless e bluetooth che permette di collegare senza alcun filo gli apparecchi a TV, telefono, cellulare e stereo
-Permettono inoltre di collegarsi tramite microfoni per sala riunioni e al PC per smartworking
-In aggiunta, esistono accessori, come il telecomando, che consentono di poter modificare il volume dell’apparecchio per adattarlo al meglio all’ambiente in cui ci si trova
Le tipologie principali di apparecchi acustici digitali sono due:
Apparecchi RETROAURICOLARI
Questi apparecchi, sono formati da una leggerissima parte esterna posizionata dietro l’orecchio e da un ricevitore collegato al dispositivo tramite un cavetto sottile, posto all’interno del condotto uditivo esterno.
Apparecchi ENDOAURICOLARI
Questi apparecchi sono realizzati su misura tramite la presa d’impronta del condotto del paziente e si indossano all’interno del condotto uditivo più o meno in profondità diventando praticamente invisibili.
Una volta effettuata la scelta e perfezionato l’acquisto saranno necessarie alcune settimane di adattamento.
In questo periodo il tecnico audioprotesista cercherà di trovare la migliore regolazione della protesi acustica, in base alle indicazioni fornite dal cliente che l’ha acquistata.
Per chiarire meglio il concetto di “regolazione” si potrebbe utilizzare il paragone con due figure di sportivi abbastanza note: il pilota di Formula 1 ed il giocatore di tennis.
Entrambi questi sportivi utilizzano un mezzo esterno per sviluppare la propria performance, ovvero l’auto da corsa e la racchetta da tennis.
In entrambi i casi essi hanno a disposizione una serie di possibili modifiche per calibrare al meglio il mezzo (protesi) che utilizzano.
Il pilota di F1 collabora insieme ai suoi ingegneri di pista sul carico aereodinamico e gli pneumatici da scegliere per ottenere il migliore assetto da gara.
Il tennista richiede all’incordatore delle specifiche caratteristiche di incordatura sulla propria racchetta riguardo alla tensione delle corde e alla tipologia di materiale di cui esse sono composte.
Quindi, sia il pilota che il tennista devono collaborare in modo attivo per fornire indicazioni sulle modifiche da apportare al mezzo che andranno ad utilizzare in gara e in partita.
Se riflettiamo attentamente, ciò è abbastanza simile al rapporto che dovrà instaurarsi tra il cliente e il suo audioprotesista nella ricerca della massima performance dell’apparecchio acustico.
Conclusioni:
In attesa che future scoperte scientifiche possano concretizzare il miracolo della rigenerazione dell’orecchio interno, attualmente le protesi acustiche digitali rappresentano il migliore alleato contro la perdita uditiva e sono destinate a diventare un accessorio imprescindibile per gran parte dell’umanità